parallelismo

Spieghiamo cos'è il parallelismo in retorica, la sua funzione, quali tipi esistono e vari esempi. Inoltre, altre figure letterarie.

Scrittori come William Shakespeare usano prosa e versi paralleli.

Cos'è il parallelismo?

In retorica, il parallelismo è noto come a risorsa letteraria ripetizione, che consiste nella reiterazione della stessa struttura in diverse frasi o preghiere, per ottenere un effetto ritmico e sequenziale. Cioè, si tratta di distribuire il parole, le frasi e/o le frasi in parallelo nel testo, rispettando una struttura fissa.

I paralleli possono essere di quattro tipi diversi, ciascuno con un proprio nome e classificati secondo il rapporto formale che stabiliscono tra le sequenze testuali ripetute. Questi tipi sono:

  • L'isocolon o isosilabismo, chiamati in un modo o nell'altro a seconda che si parli rispettivamente di prosa o da poesia, consiste nella ripetizione di una lunghezza sillabica o di clausole o sequenze nella frase. Ad esempio, in versi di Tirso de Molina: “Ai suoi sordi sospiri, / alle sue preghiere, terribile, / alle sue promesse, roccia”.
  • Parison o parallelismo sintattico, che consiste nella somiglianza strutturale tra due o più sequenze di prosa o di versi, in modo tale che i loro costituenti sintattici corrispondano quasi esattamente. Ad esempio, nei versi di John Donne: "Ho amato, ricevuto e detto, / ma se amo, ricevo, racconto, finché sarò vecchio, / non troverò quel mistero nascosto".
  • Correlazione, che consiste nell'ottenere una somiglianza strutturale introducendo parole in luoghi simmetrici all'interno della frase o sequenze di frasi. Per esempio, nei versi di Pedro Espinosa: "I tuoi begli occhi e la tua dolce bocca / di luce divina e di alito fragrante / invidia il sole limpido e adora il vento / per ciò che l'uno vede e l'altro tocca".
  • Il parallelismo semantico, che consiste nella reiterazione del significato della stessa frase, ma detto in altro modo. Ad esempio, in Salmi dalla Bibbia: "Gli empi credono che Dio dimentica, / che si copre la faccia e non vede nulla".

Esempi di parallelismo

Di seguito sono riportati altri esempi di paralleli di diverso tipo:

  • Nei versi di William Shakespeare: “Oh, maledetta la mano che ha fatto questi buchi; / Maledetto è il cuore che ha avuto il cuore di farlo; / Al diavolo il sangue che questo sangue fa uscire”.
  • Nei versi di Galmés de Fuentes: “Lei, come figlia dei re, / è sepolta all'altare; / a lui, come figlio dei conti, / qualche passo più indietro”.
  • Nella prosa di James Fenimore Cooper: "Colui che deve essere salvato sarà salvato, e colui che è predestinato ad essere dannato sarà dannato".
  • Nei versi di Luis Cernuda: “Oltre la vita / voglio dirtelo con la morte; / Al di là dell'amore, / te lo voglio dire con l'oblio”.
  • Nei versi di Pablo Neruda: “Era sete, fame e tu eri il frutto. / Fu il duello e le rovine, e tu eri il miracolo”.
  • Nei versi di Jaime Gil de Biedma: “Apparentemente è possibile dichiararsi uomo / Apparentemente è possibile dire di no”.

Altre figure letterarie

Oltre al parallelismo, ce ne sono altri personaggi letterari, ad esempio:

  • Il sinestesia, che consiste nella miscelazione in una frase di sensazioni uditive, visive, gustative, tattili, ecc., alla maniera del metafora (metafora sinestetica).
  • Il iperbato, che consiste nell'alterare il sintassi Ordinario di una frase per ottenere un maggiore effetto espressivo o per ottenere una certa rima.
  • Il asindeto, che consiste nella soppressione o omissione del link che andrebbe naturalmente in un enum, usando invece una pausa (intonazione della virgola).
  • Il polisindeto, che è l'opposto del caso precedente, poiché consiste nell'uso normalmente eccessivo di un nexus o a congiunzione all'interno di un enum di qualche tipo.
  • Paronomasia, che consiste nell'uso di paronimi (parole con suoni simili ma significati diversi) nella frase per indurre il gioco di parole, di solito con un senso ironico o satirico.
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