asindeto

Linguaggio

2022

Spieghiamo cos'è un asindeto e vari esempi. Inoltre, cos'è un polisindeto e altre figure retoriche.

La famosa frase di Giulio Cesare acquista solennità grazie all'asindeto.

Cos'è l'asindetone?

L'asindeto è il figura letteraria consistente nella cancellazione di uno o più congiunzioni o link all'interno di una frase che di solito li avrebbe (ad esempio, un'enumerazione), al fine di intensificare ciò che è stato detto. Il nome di questa figura deriva dalle parole greche a- ("privo di"), syn ("Con") e deein ("Legare"), e consiste nell'esatto opposto del polisindeto.

è Figura retorica È molto comune nella lingua letteraria, ed ha generalmente lo scopo di rallentare la frase, conferendo più passione o solennità a quanto si dice, o talvolta, al contrario, dandole una sensazione di dinamismo e continuità a quanto narrato. Un esempio molto chiaro è quella famosa frase dell'imperatore romano Giulio Cesare (I secolo a.C.):

Vini, vidi, vinci ("Sono venuto, ho visto, ho conquistato").

Diamo un'occhiata a come è assente la "y" finale che normalmente precederebbe "beat". Al contrario, la giustapposizione dei termini solo con la virgola conferisce al contenuto un'aria specifica, che sembra voler normalizzare o alleggerire il fatto di aver vinto: "Sono venuto, ho visto, (e proprio così, come se niente fosse altro), ho vinto" , che riflette l'atteggiamento di Giulio Cesare riguardo alla sua vittoria.

Esempi di asyndeton

Altri possibili esempi di asindeto includono quanto segue:

  • Sono andato al mercato e ho comprato pomodori, patate, cipolle.
  • Per strada c'era gente con il sottogola, gente senza sottogola, gente dappertutto.
  • La cosa migliore è essere felici, non aspettarsi nulla da nessuno, dipendere solo da te stesso.
  • La notte era fredda, irregolare, tempestosa.
  • Quelle donne urlavano, ballavano, si spogliavano, mentre lui era ancora nella sua stanza.
  • Quella sera abbiamo bevuto rum, whisky, mojito, champagne, coca.

polisindeto

L'esatto opposto dell'asindeto è il polisindeto, che consiste nell'aggiunta di congiunzioni o collegamenti in una frase che potrebbe benissimo mancarne. Di solito dà a quanto si dice un senso di immediatezza o simultaneità, se non di insistenza o fastidio. Ad esempio, la stessa frase di Giulio Cesare nell'esempio sopra sarebbe convertita dal polisindeto in: "Sono venuto e ho visto e ho vinto".

Altre figure retoriche

Oltre a asyndeton e polysyndeton, ci sono altre figure letterarie di interesse, come:

  • Etopea. Consiste nella descrizione morale e/o di tradizioni di una carattere, permettendo al lettore di conoscerne l'interiorità.
  • Antitesi. Si tratta dell'uso di due termini opposti e complementari, come parte della stessa espressione.
  • sineddoche. È una forma di metafora che prende una parte della cosa per l'intera cosa, o viceversa.
  • Ossimoro. Consiste nell'uso armonico nella stessa espressione di due termini di significato opposto o inconciliabile, al fine di ottenere un'immagine esteticamente potente, ma contraria al logica.
  • pleonasmo. L'esatto opposto dell'ossimoro, consiste nell'uso ripetitivo o ridondante di due termini che hanno lo stesso significato, per sottolineare o sottolineare quanto detto.
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