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2022

Spieghiamo cos'è la rabbia, come si manifesta fisicamente e perché di solito viene rifiutata socialmente. Inoltre, altri peccati capitali.

La rabbia si manifesta attraverso i gesti ma provoca anche reazioni fisiologiche.

Che cos'è la rabbia?

Un'emozione che si esprime attraverso irritabilità, aggressività e anche violenza, e che è tra le più primitive e primordiali delle essere umano.

La sua manifestazione fisica avviene, da un lato, attraverso le espressioni facciali e corporee, o l'aumento del tono della voce, cambiamenti che ricordano il modo in cui gli animali reagiscono alle minacce. D'altra parte, provoca reazioni fisiologiche come aumento della pressione sanguigna e del battito cardiaco e la secrezione di adrenalina e noradrenalina, mentre il corpo si prepara a fuggire o difendersi.

Nonostante le sue caratteristiche naturali, o forse proprio a causa di esse, la rabbia è disapprovata nelle società moderne. È inteso come una risposta irrazionale, immatura o incivile alla frustrazione o al disagio. Tale giudizio, inoltre, obbedisce alla tradizione morale della maggior parte dei religioni, dal Islam fino al induismo e il cristianesimo, che comprendono la rabbia come un sentimento negativo o addirittura peccaminoso.

Infatti, secondo la dottrina cattolica, l'ira fa parte dei peccati capitali o mortali, i più gravi che esistano, poiché di solito portano a commettere altri peccati successivi, ed è tradizionalmente associata al demone Amon. Ciò include la rabbia smodata verso gli altri, capace di portare all'omicidio, o verso se stessi, capace di portare al suicidio; inoltre, contraddice il pazienza, che è uno dei virtù teologico.

Tuttavia, è comune distinguere tra rabbia e rabbia, termini associati all'eccessiva aggressività o all'aggressività cieca e incontrollabile, e dall'altra rabbia e rabbia, versioni molto più gestibili della stessa.

Altri peccati capitali

Secondo tradizione Cattolico, i peccati capitali o mortali sono sette. Oltre alla rabbia, includono:

  • Il orgoglio, inteso come eccesso di amor proprio che porta a persona mettersi al posto di Dio, e quindi violare il suo regole e genera altri peccati. Per questo motivo è considerato il peccato supremo di tutti.
  • Il invidia, inteso come amore per gli altri, capace di spingere il peccatore al furto e alla violenza, o di farlo gioire di fronte alle disgrazie altrui, contravvenendo all'amore per il prossimo che la religione predica.
  • Il gola, inteso come l'amore irrefrenabile per il cibo e per il bere, che porta l'individuo a bere e/o a mangiare troppo, al di là di quanto è necessario per mantenersi. È il peccato contrario a ogni misura.
  • Il lussuria, inteso come desiderio sessuale irrefrenabile, insaziabile e incontrollabile, che non rispetta i limiti e che porta a nuocere all'individuo o ad altri.
  • Il avarizia, inteso come l'eccessivo amore per l'accumulazione, sia di proprietà che di cose, oltre che di denaro. L'avaro è colui che possiede più di quello di cui ha bisogno e continua a negare agli altri l'accesso alle risorse, pur sapendo che ne hanno bisogno o le meritano più di lui.
  • Il pigrizia, intesa come mancanza di volontà e dedizione per garantire il proprio sostentamento, cioè per assicurare la propria esistenza e il proprio benessere. Coloro che commettono tale peccato contraddicono l'ordine divino di prendersi cura di se stessi e non rispettano il dono del vita che Dio ha dato loro.
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