fallacia

Conoscenza

2022

Spieghiamo cos'è un errore, differenze tra formale e informale ed esempi. Inoltre, differenze con i sofismi.

Una forma di errore consiste nell'attaccare l'interlocutore piuttosto che confutare le sue argomentazioni.

Che cos'è un errore?

La parola fallacia deriva dalla voce latina fallirebbe, che significa "inganno". È utilizzato nel campo di logica e il retorica designare quelli argomenti che a prima vista sembrano validi, ma non lo sono.

Cioè, è una forma di ragionamento sbagliato, che può essere commesso innocentemente o con l'intenzione di manipolare gli altri, poiché sebbene la sua logica interna sia sbagliata, può comunque essere emotivamente o psicologicamente efficace.

Ora, che un argomento non è valido (cioè che lo è fallace) non significa che le sue premesse siano necessariamente false, né che la sua conclusioni nemmeno loro. Significa semplicemente che il ragionamento che si collega alle premesse e alle conclusioni è sbagliato, viziato. In questo senso le fallacie sono errori procedurali, e non tanto di contenuto.

Gli errori sono stati studiati dal antichità classico, soprattutto greco-romano. Filosofi come Aristotele (384-322 a.C.) attribuivano grande importanza alla logica, e nella loro Confutazioni sofistiche l'argomento viene affrontato in modo esauriente, riuscendo ad individuare tredici differenti fallacie, organizzate in due gruppi: quelle la cui invalidità dipende dalla linguaggio, e quelli in cui no.

Da allora, all'elenco si è aggiunto un numero significativo di fallacie, solitamente identificate da un nome che ne incarna il meccanismo di ragionamento illogico. Qui vedremo alcuni esempi.

Esempi di errori

Diamo un'occhiata ad alcuni esempi di errori:

1. L'errore dell'uomo di paglia

Conosciuto anche come "fallacia dello spaventapasseri", consiste nel caricare, distorcere ed esagerare gli argomenti dell'avversario, al fine di rimuoverli dal contesto e che sono più facili da confutare, cosa che non accadrebbe se li affrontassimo attraverso un vero ragionamento logico.

Il suo nome deriva dal fatto che anticamente le bambole di paglia venivano utilizzate per addestrare i soldati al combattimento, poiché le prime sono immobili e facili da abbattere.

Immaginiamo, ad esempio, che qualcuno sostenga la legalizzazione dell'aborto, sostenendo che è un fatto che si verifica già nella società e che richiede determinati controlli. Un'altra persona potrebbe provare a confutare tale argomento accusandoti di voler legalizzare la rapina e l'omicidio in seguito.

Il problema è che la fallacia non affronta logicamente gli argomenti a favore dell'aborto che vengono proposti, ma piuttosto inventa argomenti più facili da combattere e li attacca, incolpandoli del suo avversario.

2. L'errore del cecchino

Questa fallacia prende il nome da un aneddoto, reale o meno, in cui un presunto cecchino sparò più volte contro un fienile in Texas, negli Stati Uniti, e in seguito disegnò un bersaglio sulla sua superficie, per far sembrare che ogni colpo fosse stato perfettamente pianificato, dimostrando così la sua abilità con il fucile.

Allo stesso modo, chi usa questa fallacia inventa, aggiusta o manipola le informazioni per produrre un significato a posteriori, e sembra che tutto sia il prodotto di una conclusione logica, trovando schemi dove non ce ne sono, a proprio piacimento.

Supponiamo che qualcuno cammini di notte e trovi una banconota per terra. Lo prende e alza lo sguardo, e gli sembra che le stelle formino una freccia che punta verso la banconota, così decide che chi segue quella freccia avrà soldi gratis. Quando qualcuno dubita che questo sia vero, mostra loro il biglietto trovato come prova.

Ovviamente un singolo evento non serve a determinare uno schema, e l'esistenza del denaro ritrovato non ne prova automaticamente le cause, in quanto i bersagli dipinti dal cecchino non dimostrano che abbia una buona mira.

3. L'errore ad hominem

Il suo nome in latino significa "contro l'uomo" e significa che, invece di combattere le idee dell'argomento, sta combattendo il persona che li propone, rendendoli così invalidi per ragionamento non logico. È un errore estremamente comune in diverse aree di dibattito, specialmente nel politica, in cui è comune distorcere pubblicamente un individuo per distorcere anche le sue idee.

Ad esempio, supponiamo che un politico proponga una nuova legge fiscale, e invece di combattere ciò che la legge propone utilizzando argomenti che hanno a che fare con la tassa, la politica o l'economia, i suoi avversari rispondono accusandolo di aver picchiato la moglie.

Che sia vera o meno quest'ultima accusa, di per sé non dice assolutamente nulla sulla normativa tributaria e quindi non serve ad opporvisi, essendo irrilevante la popolarità o la moralità di chi la propone.

4. Errore di generalizzazione frettolosa

Consiste, come indica il nome, in una procedura di estrapolazione o generalizzazione che non è supportata da premesse logiche, ma è data arbitrariamente, cioè senza avere prove sufficienti. Queste generalizzazioni generalmente portano a cattive induzioni e conclusioni errate, tanto da poterlo considerare un ragionamento induttivo fallace.

Immagina, ad esempio, che qualcuno adotti un gatto e che il suo animale domestico mostri una predilezione per il cioccolato. Poi, generalizzando velocemente, la persona decide che ai gatti piace la cioccolata, senza fermarsi a pensare che forse è solo il suo gatto a cui piace la cioccolata, o forse ad alcuni gatti piace e ad altri no.

Errori formali e informali

Nel corso del tempo, gli errori sono stati classificati in modi molto diversi, il primo è quello di cui abbiamo parlato all'inizio, opera di Aristotele. Tuttavia, oggi più comune è la classificazione che distingue tra errori formali e informali.

  • Errori formali. Sono quelli la cui invalidità può essere dimostrata rivedendo la modulistica, cioè la procedura logica stessa, attraverso test di validità.
  • Errori informali. Sono quelli la cui invalidità non risiede tanto nel formale, cioè nel metodo ragionamento, come nel contenuto degli argomenti o nell'intenzione con cui sono formulati.

Errori e sofismi

La differenza tra fallacia e sofismi era comune in passato, ma oggi è in disuso. Si basava sulle intenzioni della persona che effettuava il ragionamento invalido. Quindi, se questa persona non ha intenzione di mentire, ma ha semplicemente torto, siamo in presenza di un errore.

Al contrario, un sofisma esiste quando un errore viene emesso con intento malizioso, cioè conoscendo l'errore logico. Tuttavia, non è sempre possibile determinare le intenzioni di una persona da ciò che sta dicendo, quindi questa differenziazione potrebbe non essere così utile come sembra inizialmente.

!-- GDPR -->