dialogo

Linguaggio

2022

Spieghiamo cos'è il dialogo, le sue caratteristiche e classificazione. Inoltre, dialogo diretto, dialogo indiretto e monologo.

Nel dialogo gli interlocutori si alternano nei ruoli di mittente e destinatario.

Che cos'è il dialogo?

Comunemente, per dialogo si intende lo scambio reciproco di informazione tra un mittente e un destinatario attraverso un mezzo orale o scritto. Si tratta, cioè, di una conversazione tra due interlocutori che si alternano nei rispettivi ruoli di mittente e destinatario, in maniera ordinata.

La parola dialogo deriva dal latino dialogico e questo a sua volta dal greco dialoghi (giorno-: “attraverso”, e loghi: “Parola”), che letteralmente significa “attraverso la parola”. Questo ci dà già un'idea di quanto siano stati importanti i dialoghi nel storia del umanità, come strumento di comprensione reciproca, generalmente in sostituzione del violenza.

Allo stesso modo, i dialoghi fanno parte del risorse letterarie chi possiede un'opera per mostrarci due o più caratteri, o per farci conoscere parte delle informazioni che si scambiano, come se fossimo loro testimoni. Pertanto, è comune trovarli nella maggior parte delle rappresentazioni artistiche. narrazioni.

D'altra parte, nel antichità, costituivano il metodo adatto a insegnamentoapprendimento tra maestro e allievo, messo in pratica dalla scuola dei socratici, cioè gli allievi del filosofo Socrate.

Tipi di finestre di dialogo

Le conversazioni tra i personaggi sono dialoghi letterari esterni.

La classificazione dei dialoghi è complessa, poiché dipende dal contesto in cui si verificano.

In linea di principio, possiamo distinguere tra dialoghi orali e scritti. I primi avvengono attraverso l'uso della voce e sono effimeri, cioè appartengono all'istante in cui si verificano. Da parte loro, i secondi si verificano attraverso la scrittura e durano più a lungo, poiché possono essere letti più e più volte.

Una seconda distinzione separerebbe i dialoghi letterari (quelli che compaiono in opere artistiche) e dialoghi non letterari (il resto), che comprende la seguente classificazione:

  • Dialoghi letterari. Quelli che ritroveremo nelle storie, storie, romanzi, suona e persino film, e questo può essere:
    • Dialoghi interni. Si verificano nella testa di un personaggio, nella sua immaginazione o nella sua memoria, o possono anche avvenire tra il personaggio e il suo io interiore.
    • Dialoghi esterni. Coloro che hanno un carattere con altri personaggi, e che costituiscono parte del complotto del lavoro.
  • Dialoghi non letterari. Quelle che non hanno una chiara intenzione artistica, o che non fanno parte di un'opera poetica, ma di situazioni di vita reale, o trascrizioni delle stesse. In tal senso possono essere:
    • Dialoghi formali. Di tipo pianificato, in assenza di affetti o stretti rapporti tra gli interlocutori, risponde solitamente a formule e protocolli a partire dal io rispetto.
    • Dialoghi informali. Si verificano in modo non pianificato o tra persone altamente fidate, usando spesso espressioni gergali e colloquiali, maleducazione, cioè senza necessariamente mantenere le buone maniere.

Dialogo diretto e dialogo indiretto

Entro le possibilità del dialogo scritto, che sia o meno un personaggio letterarioTroviamo una distinzione importante, che ha a che fare con il discorso diretto e il discorso indiretto. Ci riferiamo, analogamente, a:

  • Dialogo diretto. È quello in cui possiamo verificare ciò che dice ogni interlocutore. Solitamente utilizzano linee di dialogo per separare e scandire ogni intervento degli interlocutori, come nel caso seguente:

Hai già mangiato, figliolo?

No, mamma. Io non ho fame.

  • Dialogo indiretto. La figura di un narratore ci dice cosa dice ogni interlocutore. In altre parole, tutto il contenuto comunicativo ci viene riferito da una terza parte, come segue:

"La madre ha chiesto al figlio se avesse mangiato, e lui ha risposto di no, ma che non aveva nemmeno fame".

Il monologo

Il monologo di Amleto è uno dei più famosi nella storia della drammaturgia.

A differenza del dialogo, un monologo coinvolge un solo partecipante. Cioè è una “conversazione” in cui parla un solo interlocutore, o perché l'altro tace, o perché non è presente. Questa è una risorsa molto frequente nella drammaturgia, ma si può trovare anche nella narrativa (romanzi, racconti).

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