volgare

Conoscenza

2022

Spieghiamo cos'è qualcosa di volgare e i suoi due sensi principali. Inoltre, cos'è il linguaggio volgare e cosa sono i volgarismi.

Il volgare può riferirsi al volgare, ma anche al quotidiano.

Cos'è qualcosa di volgare?

Con il aggettivo Volgare ci riferiamo, in senso stretto, a tutto ciò che appartiene o ha a che fare con il volgare, cioè con la plebaglia o con la folla, essendo queste tre parole diverse forme dispregiative tradizionalmente usate per le classi inferiori del società. In altre parole, in senso stretto, il volgare è ciò che è associato alla plebe o al popolo, in senso peggiorativo.

Infatti questo termine deriva dalle voci latine volgo ("gente comune") e volgare ("Diffondere", "diffondere tra la gente"). Storicamente è associato alla mancanza di cultura o da formazione scolastica, cioè disprezzare le classi analfabeti e popolari, come si riflette nel discorso latino Odi profanum vulgus, et aceo ("Odio il volgare ignorante e sto lontano da lui"), attribuito al poeta lirico e satirico romano Orazio (65-8 aC).

Il volgare, dunque, oggi è sinonimo l'ordinario, ma in due possibili accezioni del termine:

  • Da un lato, il volgare è inteso come il maleducato, volgare, offensivo e privo di decoro.
  • D'altra parte, il volgare è inteso come il popolare, quotidiano, colloquiale.

Quindi, per esempio, quando diciamo che uno scherzo è volgare, stiamo dicendo che è forse offensivo, audace o osé. Ma quando diciamo che qualcuno è un ladro comune, intendiamo che non è solo un ladro, ma che è un ladro meschino e non raffinato.

Ma quando diciamo che qualcosa appartiene a conoscenza volgareD'altra parte, stiamo dicendo che fa parte del sapere ordinario, non accademico, che non richiede formazione e che chiunque lo gestisce con facilità.

lingua volgare

È chiamato linguaggio volgare, volgare, volgare o volgare all'insieme di parole, locuzioni e locuzioni che, all'interno di una comunità linguistica (cioè un Comunità che parlano la stessa lingua) sono considerati volgari, volgari, maleducati, di cattivo gusto e inadatti a persone istruite, raffinate o colte. La maleducazione, è facile a dirsi, fa parte del linguaggio volgare.

La lingua volgare è usata colloquialmente ed esiste in tutte le lingue umane. Serve per imprimere un tono affettivo o emotivo più intenso a quanto detto, per allentare la tensione da parte di chi parla, o semplicemente per offendere gli altri e cercare una rissa.

Di solito sono accompagnati da gesti volgari o da un certo linguaggio iconico e tendono ad affrontare argomenti tradizionalmente considerati tabù o ritenuti sacri, come il sesso, la genitorialità o la maternità, alcune parti del corpo o la bestemmia. A volte cercano solo di ridicolizzare e caricare l'altro.

Tuttavia, non dobbiamo confondere la lingua volgare con le lingue volgari o le lingue volgari. Quest'ultimo termine è usato in contesti accademici per riferirsi alle lingue parlate oggi, in contrapposizione alle lingue classiche dell'antichità, e talvolta per riferirsi ai dialetti locali o alle lingue parlate in determinate geografie.

In altre parole, le lingue volgari o vernacolari corrispondono alle lingue moderne (come lo spagnolo, l'inglese, il russo, il mandarino, ecc.), mentre le lingue classiche o morte sono quelle che nessuno parla più, ma anzi sono parte della storia (come il latino, il greco antico, il sanscrito, ecc.).

Volgarità o volgarità

In certi contesti, i termini volgarità e volgarità sono usati come sinonimi, cioè come un modo per nominare le parolacce che compongono il linguaggio volgare. Ma in altri contesti, di solito viene fatta una distinzione tra l'uso di entrambe le parole:

  • Volgarità: include la maleducazione, cioè un linguaggio volgare.
  • Volgarismi: Da un punto di vista linguistico, sono unità morfologiche, cioè usi e giri di una lingua, che non sono governati dalla norma colta della lingua, cioè non sono accademicamente corretti. I volgarismi derivano solitamente dall'uso che la lingua era data dal volgare, o da certi strati sociali, e che per ragioni storiche sono sopravvissuti, pur essendo, diciamo così, “mal parlato”.

Ad esempio, coniugazioni verbali come haiga (invece di è), delen (invece di dargli), facciamo (invece di sono), soddisfatto (invece di soddisfatto), sono casi di volgarità in cui la norma colta del idioma, ma che sono impiegati nel parla la vita quotidiana di molti persone, soprattutto quelli con basso livello di istruzione.

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