capitalismo e socialismo

Società

2022

Spieghiamo cosa sono il capitalismo e il socialismo, i sistemi economici più importanti e quali sono le loro differenze.

Capitalismo e socialismo sono due sistemi economici e filosofici opposti.

Capitalismo e socialismo

Ci sono molti modi per spiegare le differenze tra capitalismo e socialismo, due sistemi economici e filosofici opposti. Iniziamo definendoli entrambi.

CAPITALISMO: Il capitalismo è un sistema che si basa sulla proprietà privata del mezzi di produzione e l'accumulazione del capitale come via per la ricchezza del nazioni. In questo sistema, il offerta e il richiesta, elementi che compongono la logica del mercato, sono coloro che regolano la distribuzione di capitale e, quindi, l'allocazione delle risorse.

Sorse come conseguenza dell'aumento del borghesia come la classe dirigente in Età moderna e soprattutto dopo il Rivoluzione industriale, che ha permesso l'emergere della società industriale dei consumi.

SOCIALISMO: Da parte sua, il socialismo è un dottrina politico ed economico che promuove la proprietà sociale e comunitaria dei mezzi di produzione, nonché la loro amministrazione da parte del classe operaia, il proletariato, per costruire un società privo di classi sociali, in cui prevale l'uguaglianza nella distribuzione delle risorse e delle opportunità.

Il socialismo deriva anche dalle rivoluzioni borghesi e dalla Liberalismo nato dal Illustrazione francese, ma sarà solo nel Novecento, con i contributi di Karl Marx e Federico Engels, che il socialismo abbraccerà una logica “scientifica”, cioè un modello e una procedura, e cesserebbe così di essere semplicemente un modo di criticare il sistema prevalente.

Il socialismo è anche conosciuto come comunismo, sebbene entrambi i termini non siano esattamente gli stessi.

Qual'è la differenza tra loro?

La grande distinzione tra questi due sistemi punta, prima di tutto, al modello di funzionamento economico e al ruolo dello Stato in esso. Mentre i capitalisti difendono la Libertà pieno economico, lasciando che sia il mercato a determinare le esigenze di produzione e consumo, e quindi dove scorre la ricchezza, i socialisti preferiscono a economia intervenuto e controllato dallo Stato, che agirebbe da ente tutore per impedire il disuguaglianza sociale.

A questo ruolo protezionistico di Condizione i capitalisti lo vedono come un intervento artificiale che non consente realmente un equilibrio produttivo delle forze produttive e consumatrici, ma ne beneficia artificialmente attraverso l'imposizione di le tasse o restrizioni commerciali.

Inoltre, sostengono che lo Stato non gestisce mai le risorse con la stessa efficienza della comunità imprenditoriale e che la distribuzione di aiuti economici ai meno favoriti, di piani sociali e altre forme di investimento sociale, rende solo più svantaggiati i più dipendenti dal sostegno del Stato.

Dal canto loro, i socialisti accusano il mercato di non costruire affatto società stabili, ma di favorire solo i potenti, coloro che controllano i mezzi di produzione ei grandi capitali nazionali e internazionali. La società capitalista è, a suo avviso, una grande fabbrica di povertà, poiché il modello di vita privilegiato delle classi superiori può essere sostenuto solo sfruttando la forza lavoro delle classi inferiori.

Si potrebbe dire che i socialisti difendono la proprietà comunale e il principio di solidarietà soprattutto, mentre i capitalisti difendono la libertà e individualismo a tutto, anche a dispetto delle ingiustizie che può comportare.

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